Per un Piano straordinario di Emergenza Casa

Lotta per la casa

La campagna elettorale è nel pieno. La destra scalpita, con la bava alla bocca, in cerca di consenso. Il Partito Democratico di Tambellini si prodiga in inaugurazioni serrate, in eventi mastodontici, fra sottopassi, piano strutturale, fognature, rotonde, mediazioni culturali, cerca di accattivarsi il pubblico. Intanto, a San Concordio, nell’immediata periferia della città, in una ex casa popolare acquistata con riscatto da parte della proprietà, il futuro e la dignità di una donna e delle sue due figlie vengono messe sotto attacco nel silenzio e l’indifferenza di tutti.
Grazie al lavoro del Collettivo di lotta per la casa veniamo a sapere questa storia. Si tratta di una storia come molte. Una persona cerca di riscattare la casa in cui vive, ma il prezzo è spropositato, più del doppio del valore reale dell’abitazione. Settanta metri quadri con riscaldamento rotto, infissi inesistenti, un canone vicino allo stipendio mensile. Quella persona non riesce più a pagare l’affitto, anche perchè perde il lavoro: morosità incolpevole. Poi mettiamo nel calderone che quella persona sceglie di mantenere le figlie e nutrirle e i soldi non bastano. Un giorno arriva l’avviso di sfratto. Per dignità o vergogna questa persona non riesce a chiedere aiuto. A Febbraio l’ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà si presentano all’appartamento intimando di lasciarlo senza riferire quando si sarebbero ripresentati. Fino a ieri, 24 Maggio, quando al ritorno a casa, attorno alle 13:00, le tre inquiline hanno trovato la serratura di casa cambiata e l’avviso dell’ufficiale giudiziario.

Rientrate in possesso dell’abitazione, attraverso un’occupazione di emergenza, le tre inquiline passano un’altra notte al sicuro, al riparo di un tetto. Oggi, 25 Maggio, un nuovo tentativo delle forze dell’ordine, sobillate dall’avvocato della proprietà che consigliava lo “sfondamento della porta”, è andato a vuoto, per mancanza di un mandato da parte della magistratura.

Il Collettivo di lotta per la casa sta cercando da oggi pomeriggio di tutelare il diritto all’abitazione intervenendo in mediazione con gli avvocati della proprietà e le istituzioni. Ad oggi, mentre scriviamo, però, la risposta della giunta Tambellini è stata di indifferenza totale, fra un “non ci possiamo fare nulla” e un “dovevamo saperlo prima”, una donna e le sue due figlie passeranno la notte con il terrore di dover abbandonare la propria abitazione. Quando le istituzioni falliscono nel proprio dovere primario che è quello di fare comunità e tutelare i più deboli, noi saremo sempre dalla parte di chi, con solidarietà e fratellanza, si schiera dalla parte degli ultimi.

Il Circolo di Lucca-Capannori chiede alla giunta di prodigarsi fino in fondo per risolvere nel minor tempo possibile, nel pieno rispetto della dignità degli individui, una situazione che non è degna di una società che voglia definirsi tale. Chiediamo per una volta all’assessore Sichi e al sindaco Tambellini di fare il proprio lavoro aldilà della campagna elettorale. Sosteniamo il Collettivo di Lotta della Casa, ci definiamo complici e solidali con ogni pratica che nell’emergenza riporti giustizia sociale e ci impegniamo, attraverso la lista Lucca Città in Comune, a spingere affinchè nella nostra città si attui un piano straordinario di emergenza casa ed un calmiere alle speculazioni sui canoni d’affitto.

 

Per la Segreteria del Circolo Lucca – Capannori del Partito della Rifondazione Comunista

Il Segretario

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