Noi siamo per un Servizio Sanitario Nazionale

A un anno dall’inizio della pandemia da covid 19, la situazione lungi dal migliorare presenta ancora le stesse criticità: a fronte di contagi che continuano a crescere, le terapie intensive sono di nuovo vicine al collasso e, per reperire più posti, interi reparti vengono chiusi e convertiti in reparti covid, così i ricoveri e gli interventi chirurgici o non vengono programmati o, se già programmati, sono rinviati sine die. Nel contempo niente è stato fatto per potenziare i servizi territoriali, dove si pratica la prevenzione e l’assistenza sanitaria di base,  di modo che molti malati cronici non hanno accesso alle cure. Un anno fa hanno addotto la scusa, che la pandemia ci aveva colti di sorpresa, ma a distanza di un anno la situazione è la stessa. Come Rifondazione abbiamo più volte denunciato che le tante criticità erano causate dai tagli dei finanziamenti governativi insieme ai tagli e alle scelte politiche delle regioni. È di questi giorni una relazione della Corte dei conti che mostra come dal 2012 al 2018 gli Italiani hanno speso il 14% in più di spese sanitarie, mentre sono stati tagliati 27.000 dipendenti e 20.000 posti letto. In Toscana la riduzione dei posti letto è stata di 1726. Durante la prima ondata pandemica sono state fatte tante promesse: si era detto che era necessario rafforzare i servizi del territorio, assumere gli operatori che servivano, curarne  la formazione, ma alle promesse non sono seguite azioni concrete, si è rinunciato, scientemente, a ricostruire il nostro SSN: eppure era chiaro che la pandemia sarebbe tornata.

Come Rifondazione comunista riteniamo che sia necessaria un’inversione di rotta, a partire dalla creazione di un unico Servizio Sanitario Nazionale pubblico e laico, gestito dallo Stato, che superi l’attuale sistema di autonomie regionali. La nostra proposta  prevede, tra l’altro,  che siano superate le forme di finanziamento diretto o indiretto della sanità privata e che sia abolita la sanità erogata dal terzo settore con fondi pubblici o con bandi finanziati con soldi pubblici; che ci sia un forte incremento del finanziamento del servizio sanitario nazionale, da realizzarsi anche attraverso il taglio delle spese militari, la reintroduzione di una tassazione fortemente progressiva sui redditi e una patrimoniale sulle grandi ricchezze; che sia ridefinito l’assetto dei servizi di prevenzione, cura, riabilitazione, ospedalieri e territoriali, anche attraverso la riapertura, ove necessaria, degli ospedali soppressi e con processi di reinternalizzazione; che sia avviato un piano straordinario di stabilizzazione del personale precario e assunzione di personale medico, delle professioni, e dei lavoratori della sanità, con contratto a tempo indeterminato, anche per consentire la formazione di equipe stabili, con miglioramento delle cure; che sia messa in atto una politica volta a riconoscere adeguatamente il lavoro del personale impiegato nella sanità.

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