Conferenza Stampa di Draghi sui vaccini

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la conferenza stampa di ieri sera, si è scagliato contro i furbetti del vaccino, coloro che saltano le file e rubano le dosi a chi ne avrebbe diritto, additando una sola e specifica categoria: gli psicologi. Non si è fatta attendere la risposta del Presidente dell’ordine degli Psicologi che ha ricordato  a Draghi che gli psicologi, in quanto personale sanitario, avevano diritto ad essere vaccinati. Diritto che adesso è diventato obbligo. Il Presidente dell’ordine ha chiarito che le vaccinazioni degli psicologi sono fatte a tutela delle persone, bambini e adulti, che da loro sono seguiti.  Ci sono migliaia di psicologhe e psicologi che lavorano per sostenere il disagio determinato nei giovani da mesi e mesi di scuole chiuse, che operano con soggetti fragili, con bambini e con le loro famiglie, con anziani, nelle RSA, con malati oncologici. Persone che nella maggior parte dei casi non hanno avuto alcuna copertura vaccinale e che devono essere protetti dal rischio di contagio trasmesso da chi li segue. Il Presidente Draghi, anziché lanciare accuse indiscriminate, avrebbe dovuto chiarire come sia stato possibile per alcune Regioni vaccinare categorie non previste. Come la Toscana abbia potuto inserire il personale giudiziario, la Puglia i dipendenti regionali, la Campania i giornalisti. Tutto nasce dalle indicazioni per il vaccino Astrazeneca, che inizialmente era stato indicato utilizzabile solo per gli under 55. Per questo motivo, allo scopo di non fare scadere le dosi di vaccino, il Ministro Speranza, l’8 febbraio, aveva emanato un’ordinanza che  modificava il piano vaccini rendendo possibile la somministrazione a categorie diverse da quelle indicate in precedenza. L’ordinanza conteneva solo linee guida e raccomandazioni e ciò ha consentito alle Regioni di inserire categorie, non considerate essenziali, a loro discrezione. Adesso le condizioni  sono cambiate, perché l’Aifa ha stabilito che Astrazeneca è più indicato per gli over 60. Il Governo, nella persona del Presidente del Consiglio,  avrebbe dovuto chiarire come stanno le cose e chiedere alle Regioni di adeguarsi. Ha preferito glissare sulle proprie responsabilità e scaricarle su altri, citando proprio chi in realtà non aveva alcuna responsabilità.

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