Comunicato sulla Ex Manifattura

Le indiscrezioni apparse sulla stampa sulle richieste che il Comune avrebbe fatto a COIMA di ulteriore revisione del progetto per la ex manifattura, non sciolgono assolutamente i nodi sollevati a più riprese e da più parti.

Infatti se anche Coima accettasse sia di lasciare a Metro, e quindi alle casse della città, i proventi del parcheggio di Via del Pallone, sia di assumersi il rischio d’impresa, attualmente a carico del Comune, rimarrebbero tutti gli altri problemi, che proviamo a riassumere.

Innanzi tutto il Project financing:  non è assolutamente certo che tale forma di finanziamento sia compatibile con la qualifica di bene culturale,   quale è la ex Manifattura, ma se anche lo fosse, sappiamo bene cosa significhi utilizzare un project financing: l’esperienza della costruzione dell’ospedale San Luca, con vincoli, lacci e laccioli dal punto di vista economico, ce lo testimonia continuamente.

In secondo luogo:  la  cessione degli edifici  della porzione sud della ex manifattura, che passerebbero dunque in mano ai privati, e che sono gli stessi proponenti  a chiedere al Comune come contributo per la realizzazione del progetto. Poiché la legge prevede che solo la Pubblica Amministrazione possa decidere di contribuire a un progetto con parte del proprio patrimonio, mentre non è previsto il contrario, l’Amministrazione avrebbe dovuto rigettare  immediatamente la richiesta, in quanto non ammissibile. Ma il Comune non solo non l’ha fatto, ma anzi, per favorire l’operazione   ha chiesto  alla Soprintendenza il cambio delle destinazioni d’uso degli immobili interessati. La Manifattura è un bene tutelato e quindi vincolato, e ciò dovrebbe tranquillizzarci,  ma purtroppo non è  la prima volta che nella nostra città ciò che non era permesso sino a poco tempo prima, poi lo è stato. Basti pensare ai concerti sugli spalti delle Mura, rigorosamente vietati per tutelare il bene, che d’improvviso, ad opera del ministro Franceschini sono stati dichiarati ammissibili,  come evento eccezionale,  e riconfermati anche in seguito.

Inoltre ancora:  per  40 anni l’Amministrazione perderebbe qualunque autonomia di programmazione sui piani della mobilità,  proprio in questo momento, in cui è finalmente riconosciuta da più parti la necessità  di programmare a livello locale e nazionale piani alternativi ed ecologici della mobilità delle merci e delle persone.

Questi sono solo alcuni degli aspetti irrisolti, che ci fanno ritenere che le richieste dell’Amministrazione a Coima siano assolutamente insufficienti per rendere accettabile tutta l’operazione.

Ma soprattutto,  non finiremo mai di ripeterlo, a nostro avviso,  cosa  fare all’interno della ex Manifattura deve  nascere da un progetto generale condiviso,  che tenga conto delle necessità della città, dei tanti contenitori da ristrutturare o da destinare, in una visione complessiva che valorizzi tutto ciò che la città ha e che può offrire, senza inseguire progetti di altri.

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