Il TAR del Lazio accoglie il ricorso dei Medici sulle cure per il Covid-19
Il 7 marzo scorso il Tar Lazio accoglieva il ricorso presentato da alcuni medici contro la nota AIFA del 9 dicembre 2020 che, nei primi giorni di malattia da Sars-covid, prevedeva unicamente una “vigilante attesa” e “la somministrazione di fans e paracetamolo“, e “poneva indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da covid”
I medici ricorrenti chiedevano di poter fare riferimento alla propria esperienza e formazione per curare i pazienti, con libertà di prescrivere farmaci ritenuti più efficaci e di poter agire tempestivamente, ovvero entro le prime 72 ore, differentemente dalla “vigile attesa con Paracetamolo” Il ricorso era apparso fondato ai giudici amministrativi, che avevano ordinato la sospensiva della direttiva.
Successivamente, l’8 aprile scorso il Senato della Repubblica Italiana, con votazione praticamente unanime, impegnava il Governo a istituire un tavolo di lavoro per la revisione delle linee guida nazionali per la cura domiciliare precoce, riconoscendo la necessità di un approccio rapido e clinicamente diversificato nel contrasto al virus, che tenesse conto del lavoro e delle evidenze raccolte sul campo dai medici, e li usasse a supporto del cambiamento.
Ha lasciato quindi a dir poco perplessi il ricorso al Consiglio di Stato da parte del Ministero della Salute e di Aifa contro la decisione del Tar del Lazio di sospensione della suddetta nota del 9 dicembre 2020..
Il Consiglio di Stato, nei giorni scorsi, ha accolto l’appello del Ministero della Salute e di Aifa ribaltando la sentenza del Tar e così, nei primi giorni di malattia da SARS-CoV-2, si torna alla “vigile attesa” e alla somministrazione di soli fans e paracetamolo, anche se lo stesso Consiglio di Stato afferma che la libertà di cura dei medici è comunque ammessa e garantita e che le linee guida Aifa non sono vincolanti,ma servono solo a fornire una guida che viene giudicata scientifica e necessaria.
Come Rifondazione, riteniamo molto grave questa decisione del Ministero della Salute che non tiene assolutamente conto della volontà manifestata chiaramente dal Senato e non appare supportata da valutazioni o indicazioni, ricevute da parte di quale ente scientifico, mentre esistono molti dubbi – scientificamente documentati – sulla efficacia delle linee guida stabilite dall’Aifa rispetto alle cure domiciliari.
E’ indispensabile e non rinviabile un chiarimento da parte del Ministro, sui motivi che lo hanno indotto a continuare a difendere un protocollo che ha portato pessimi risultati, facendo dell’Italia uno dei paesi con il più alto tasso di mortalità per Covid-19 nel mondo.
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