Il fallimento del modello sanitario di Rossi

Sulle criticità emerse nel modello di Sanità proposta dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi pubblichiamo un intervento di Nicoletta Gini datato 21 febbraio 2018 ma sempre attuale anche in vista dei recenti sviluppi sulla vicenda della struttura RSA di Villa Santa Maria di Maggiano.

“La crisi di efficienza in cui versano i quattro ospedali – Pistoia, Prato, Lucca e Massa – decreta ufficialmente  il fallimento del modello sanitario firmato dall’ex Pd Enrico Rossi, ora esponente di punta di Liberi e Uguali. È singolare tuttavia che a sottolineare i punti di criticità sia Marco Chiari, candidato di Fratelli d’Italia oggi, assessore della giunta Fazzi nel 2005, anno dell’accordo programmatico tra Regione e Comune di Lucca sulla costruzione del San Luca”.

“L’unica voce contraria, in un altrimenti unanime assenso al programma di Rossi di Alleanza Nazionale (oggi Fratelli d’Italia) e Forza Italia in accordo col Pd – spiega Nicoletta Gini di Potere al Popolo – fu quella della sinistra radicale, nella persona di Roberta Bianchi, che preannunciò le problematiche a cui dobbiamo fare fronte oggi. La concentrazione del servizio sanitario sulla cura acuta e il costante depotenziamento delle strutture di assistenza territoriale condanna le fasce deboli alla solitudine nelle fasi successive all’emergenza. Allo stesso tempo, lo smantellamento del servizio sanitario pubblico comporta il dirottamento della diagnostica e della microchirurgia verso le aziende sanitarie private (in Toscana, sempre più di stampo cattolico)”.
“In Italia la povertà sanitaria è in crescita: nel 2015, oltre 13 milioni di italiani – un milione in più rispetto al 2014 – hanno limitato il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per mo­tivazioni di tipo economico. Non si tratta solo di quella parte di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà – 42 famiglie su 100 – ma anche di una media di 20 famiglie su 100 il cui stato non è di povertà certificata. Potere al Popolo dichiara la necessità di ripubblicizzare totalmente il servizio sanitario, di accompagnare una seria politica fiscale fortemente progressiva all’abolizione del ticket e del project financing come sistema di organizzazione del servizio sanitario, di ripristinare una stretta relazione tra ospedale e servizi territoriali, omologando la presenza dell’assistenza sanitaria essenziale su tutto il territorio nazionale”.
“La vicenda dell’Rsa di Villa Santa Maria – chiude la nota – racconta di assistenza sanitaria e geriatrica trattate in prospettiva aziendale, che esclude dal calcolo i vissuti degli assistiti e degli operatori. La volontà degli operatori, nelle parole di Claudia Gemignani, di mantenere il gruppo di lavoro formato da professionalità qualificate e la loro proposta di trasferimento al Campo di Marte deve essere presa in considerazione e resa realizzabile. Non è possibile pensare ad una nuova gara, magari al ribasso sui diritti dei lavoratori e sulla qualità del servizio, senza rendere i lavoratori stessi protagonisti del processo”.

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