Dimissioni di Giani e la sua Giunta

Di fronte al disastro della campagna vaccinale in Toscana Giani si dimetta! Esposto di Rifondazione Comunista alla procura e lancio della raccolta firme. Sulla campagna vaccinale e sul tema politico posto dalle inchieste antimafia emerge lo spregio dell’interesse pubblico.

Stiamo assistendo con profondo sconcerto al disastro della campagna vaccinale anti Covid nella

nostra regione. Siamo agli ultimi posti per vaccinazione degli anziani e dei cosiddetti soggetti

fragili. In una regione che era considerata dal punto di vista del sistema sanitario un modello a

livello nazionale. Assistiamo a ricoveri e decessi avvenuti dopo lunghe e infruttuose attese

del vaccino. Tutto ciò ha precise responsabilità, prime fra tutte riconducibili a come la giunta

regionale ha impostato la campagna vaccinale: si è scelto consapevolmente di disperdere le

vaccinazioni con la mancata individuazione della priorità, che avrebbe dovuto riguardare

semplicemente chi era più a rischio, cioè persone con patologie pregresse e anziani. Si è invece

aperto un assalto alla diligenza dove – a quanto ci è dato di leggere – sarebbero state vaccinate

categorie di persone più forti e meno a rischio. Più forti nel resistere al virus e evidentemente più

forti nel fare pressione sulla politica, ottenendo corsie preferenziali senza nessun criterio scientifico.

E nel sostanziale silenzio preventivo di chi doveva verificare e denunciare. A tutto ciò si sono

aggiunte procedure di prenotazione assurde e subito completamente inefficaci, la mancanza di “liste

di riserva” per evitare la dispersione, la mancanza di protocolli precisi per tutta la filiera della

vaccinazione. Una responsabilità che auspichiamo venga verificata in tutte le sedi opportune. Per

questo motivo abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica di Firenze.

Crediamo siano innegabili le responsabilità politiche della Regione ma anche del governo nazionale, che non ha imposto criteri oggettivi e su base scientifica alle regioni

con le conseguenze che stiamo vedendo. Emergono due aspetti evidenti: il primo che i tagli e le privatizzazioni del sistema sanitario pubblico in Toscana fatti negli ultimi anni

hanno favorito questo disastro, il secondo è che eccessive autonomie differenziate su comparti come

la sanità non si possono dare alle regioni, ma programmazione e gestione devono

essere nazionali. A fronte quindi di un lassismo del governo nazionale, che non si è sostituito alle regioni inadempienti nella corretta conduzione della campagna vaccinale, il governo stesso ha per giunta inserito il provvedimento sulla autonomia differenziata come collegato al documento di economia e finanza che sarà a brevissimo votato dal parlamento. Oltre al danno la beffa. Chiediamo che questo blitz venga fermato!

Senza dimenticare la presenza in Toscana di siti produttivi di eccellenza a livello

mondiale nel comparto farmaceutico che potrebbero essere fondamentali per attivare la produzione

nazionale dei vaccini e sui quali la giunta Toscana non spinge nelle sedi opportune. Giani e la sua

Giunta ci hanno poi messo del loro, un mix di cialtroneria, gestione opaca e di privilegio

dell’interesse particolare su quello generale, un elemento che congiunge – dal punto di vista politico

e istituzionale, al di là delle eventuali responsabilità penali, – la vicenda vaccini e quella

dell’inchiesta anti ndrangheta in Toscana, con l’emersione di – se verrà confermato – un “sistema” di corsie preferenziali per lobby e poteri forti. In entrambi casi una politica debole e “interessata”

pronta a genuflettersi all’interesse di pochi a scapito di quello di tutti.

Per tutti questi motivi è necessario voltare pagina: Giani e la sua giunta non sono all’altezza, si dimettano! Su questo obiettivo chiediamo alle cittadine e ai cittadini toscani di metterci una firma, abbiamo lanciato una campagna politica pubblica di raccolta firme che prenderà forma sia nelle piazze toscane che online.

E si apra una pagina nuova dove sanità

pubblica rafforzata, controlli e programmazione (non solo in sanità) mettano al centro l’interesse

generale. A cominciare da due richieste precise: che le autorità competenti valutino – sia in sanità

che nel settore ambientale e degli appalti – interventi ispettivi e sostitutivi e che il recovery plan

non rimanga nelle segrete stanze e venga utilizzato per il potenziamento di impianti, personale,

diffusione territoriale su due settori fondamentali come sanità e ambiente.

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