Basta giochi!

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Che Napolitano facesse i miracoli già lo sapevamo, e questa volta, per restare in contesto pasquale, resuscita i tecnici. Anzi no, ora si chiamano saggi. Saggissimi. Illuminati. Con una sapiente mossa da prestigiatore, l’uomo di fiducia dei mercati, il depositario dei desiderata di Mario Draghi, Giorgio Napolitano, nel pomeriggio del sabato santo, compie “un inedito tipo di esplorazione” e lo fa “in piena autonomia” (dopo la telefonata del presidente della Bce). Dieci “saggi” bipartisan ricopriranno infatti il ruolo di“facilitatori della situazione” lavorando in due commissioni, una economica l’altra istituzionale, incaricate di promuovere il dialogo dei partiti sui temi definiti più urgenti, dalla riforma elettorale al mercato del lavoro.

L’uovo pasquale del Presidente non sorprende più di tanto. Non potendo sciogliere le camere a sei mesi alla scadenza del settennato, l’unico modo per portare il paese alle elezioni sarebbero state le dimissioni anticipate del Presidente. Si sarebbe trattato dell’atto istituzionalmente più corretto e democraticamente logico, in verità. Ma avrebbe potuto Re Giorgio, da sempre garante di quei particolari interessi delle oligarchie europee ma filo atlantiche, andare in pensione lasciando il paese diviso in tre blocchi e senza un governo in grado di assicurare la continuità con le politiche imposte dalla famigerata “Troika”?Ovviamente no. I mercati “non avrebbero capito”.

Quindi, essendo il Governo Monti “dimissionario ma mai sfiduciato”, può tranquillamente continuare ad occuparsi dell’ “ordinaria amministrazione”, mentre gli uomini del Presidente lavoreranno ufficialmente per agevolare la comunicazione tra i principali schieramenti che siedono al parlamento sui temi delle riforme istituzionali e sulle urgenze economiche. Poco importa che l’unico dato chiaro emerso dai risultati delle urne sia il maggioritario rifiuto delle politiche d’austerità attuate dal governo montiano. Ci teniamo comunque Mario Monti. Si prova così a posticipare lo spauracchio delle elezioni in attesa di congiunture politiche più favorevoli alle classi dominanti.

La trovata del Presidente è già stata battezzata “modello olandese” dagli esperti, tra cui Marco Galluzzo sul Corriere della Sera. Allora deve proprio trattarsi di un diversivo da raffinato conoscitore della Scienza Politica, penseranno i lettori più ingenui. Fortuna che Napolitano ci sprovincializza. Suona davvero molto efficiente e nordico questo “modello olandese”.

Teorizzato da Arend Lijphart con il nome di “democrazia consociativa”, in contrapposizione con il modello Westminster, altro non è che una forma di governo dove le élite si accordano per tirare avanti la carretta e spartirsi i privilegi del potere in attesa di tempi migliori in una società altamente frammentata. Così colui che incarna “la sola fonte autorevole di decisioni libere e disinteressate per quanto possano esserlo decisioni umane” (a parere di Ernesto Galli della Loggia), ha dato prova di “fantasia politica” (secondo Stefano Folli) e di coraggio istituzionale. Non si tratta né più né meno che dell’ennesimo abuso di potere a cui ci ha abituato il “golpista” del Quirinale, in verità. Unico neo scovato dai media mainstream: tra i nominati, “tecnici”, parlamentari Pd, Pdl e Scelta Civica, oltreché un’immancabile uomo Bankitalia, non figura nessun nome femminile.

Anche Susanna Camusso non ha trovato nulla di più importante da appuntare alla scelta del Presidente che la mancanza di nomi femminili. “Ho pensato: Viva le donne!” è stata la considerazione a caldo del Segretario Cgil sul proseguimento dell’esecutivo tecnico. Che in un’intervista al Sole 24 Ore ha precisato che le priorità su cui attende risposte sono “quelle contenute nel piano lavoro della Cgil, che convergono con quello indicate dal Sole 24 Ore”, quotidiano di Confindustria (giusto per precisare ancora una volta qual è il ruolo del sindacato camussiano).

Il Presidente Napolitano ha quindi provato in extremis a spianare la strada al suo successore nonostante sia stato lasciato solo nel compito di garantire la sottomissione del Paese ai voleri della Troika, come ricordano tutti gli editoriali dei principali quotidiani di oggi, megafoni di una grande borghesia nazionale delusa dall’inadeguatezza dei partiti politici nazionali alle sfide della contemporaneità.

In prima linea si schiera Mario Calabresi in un’editoriale su La Stampa che potrebbe benissimo sembrare il manifesto di un partito rivoluzionario oppure il proclama d’indizione di una crociata. “Capitani coraggiosi cercansi”, perché “l’Italia ha un disperato bisogno di politica, nel senso migliore: capacità di scegliere, di mediare, di risolvere, di rischiare e fare la differenza nella vita delle persone. (…) Chi avrà il coraggio di scartare, di uscire dagli schemi precostituiti e di indicare una strada nuova? (…) Dare un senso alla vita può condurre alla follia, ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio- è una barca che anela al mare eppure lo teme.”

Tanta poesia sta a significare una prosa molto meno romantica: Napolitano ha fatto fino in fondo la sua parte, ora l’attuale classe politica si dia una mossa per servire con più efficienza gli interessi del grande capitale. Perché come ci ricorda Isabella Bufacchi dal Sole 24 Ore, sono finiti i tempi della sopportazione dei mercati e “questa tranquillità, questa tolleranza, quest’indulgenza bonaria con la quale i mercati hanno reagito allo scontro recente senza esclusione di colpi tra Bersani, Berlusconi e Grillo è ora destinato a trasformarsi in un nervosismo ruvido ed intransigente, l’Italia verrà seguita d’ora in avanti senza distrazioni e senza accondiscendenza.”

“Basta Giochi” apriva a caratteri cubitali il Sole 24 Ore di venerdì e negli stessi toni ha proseguito in questi giorni. Insomma ora più che mai ad attaccare i partiti politici e “la casta” inefficiente sono i grandi potentati economici che fanno il verso ai “grillini”. È oltretutto piuttosto preoccupante che, tanto il capogruppo al Senato della principale opposizione emersa in Italia, il Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, quanto il filosofo del dirittoPaolo Becchi, collaboratore del blog di Beppe Grillo, siano stati più che ambigui sulla scelta di Napolitano.

Attendiamo presto l’arrivo di un vero tzunami che ponga fine per davvero ai giochi, non solo a quelli della casta politica, ma anche a quelli dei banchieri e delle loro politiche di austerità sulla pelle dei popoli, a quelli del padronato italiano e dei giornalisti ad esso asserviti, ai giochi dei sindacalisti complici che si indignano per tutto tranne che per gli attacchi ai lavoratori che dovrebbero difendere.

megachip.info

Pubblicato il 1 apr 2013

di Anna Lami –

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